Come risparmiare sulle tasse grazie al consulente fiscale
In Italia, ad oggi, la pressione fiscale è tra quelle più alte in Europa. Infatti, sulle plusvalenze ottenute nel bilancio di esercizio di un’impresa, oppure dall’attività di un professionista o lavoratore autonomo, si applica una media del 46% di aliquote tassative. Tra IRES, IRAP, IRPEF e IVA spesso sorge spontanea la domanda se è possibile pagare meno tasse.
Ti rispondiamo subito in modo affermativo. Infatti, sono previste una serie di attività fiscali che ti permettono, legalmente, di ridurre la pressione contributiva sulla tua attività d’impresa. Come fare? Con la giusta attenzione e la conoscenza in materia fiscale, le soluzioni sono diverse e soggette a una serie di fattori, come l’apertura di una nuova attività, fatturato, settore in cui svolgi il tuo business.
Tuttavia, un elemento rimane costante: per risparmiare sulle tasse dovrai affidarti a un consulente fiscale con esperienza e una competenza ampia. Vediamo perché e quali sono le soluzioni previste.
Risparmiare sulle tasse: professionisti e imprese
La parola tasse è da sempre vista con un’accezione negativa, dato che per legge ogni attività che produce un reddito, persona fisica o giuridica, dovrà versare allo Stato una percentuale del suo guadagno. Questo termine non fa riferimento a un’unica imposta, ma racchiude una serie di aliquote che dovranno essere versate. Alcune, sono specifiche in rapporto a un’attività, altre si sommano, mentre in alcuni casi si prevedono una serie di esenzioni. Di seguito indichiamo quali sono le principali tasse previste in Italia:
- IRES: Imposta sui Redditi delle Società;
- IRAP: Imposta Regionale sulle Attività Produttive;
- IRPEF: acronimo che identifica l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche;
- IVA: Imposta indiretta sul valore aggiunto.
A queste si aggiungono eventuali tassazioni per il possesso di patrimoni o di beni, come l’IMU sugli immobili, il capital gain sugli investimenti, l’imposta di bollo sui conti correnti e l’IVAFE per quelli esteri. Alcune imposte vengono definite dirette, applicate direttamente sui tuoi guadagni o sui patrimoni già esistenti. Altre invece, come l’IVA sono indirette e quindi si calcolano nel momento in cui si va a generare una precisa ricchezza. In base alla legge un contribuente, persona fisica, professionista o società dovrà compilare la dichiarazione dei redditi da cui si calcola il reddito imponibile, su cui si applicherà l’aliquota tassativa.
In questo contesto si colloca la figura del consulente fiscale, il quale può intervenire al fine di ridurre la pressione fiscale su un’impresa o sulle persone fisiche. Infatti, spesso si commettono degli errori, ad esempio inserendo all’interno dei diversi quadri del Modello Unico valori inesatti. In altri casi, vengono commesse delle omissioni, anche se involontarie, le quali determinano l’imposizione di sanzioni che vanno a gravare sull’aspetto tassativo. Vediamo come agisce un consulente fiscale al fine di ridurre il carico contributivo.
Ridurre il carico fiscale
Il primo aspetto da considerare è organizzare al meglio la contabilità di un’impresa, personale o professionale. Infatti, in alcuni casi sarà necessario adottare quegli strumenti necessari ed obbligatori per legge. Ad esempio, per le attività professionali commerciali vi è l’obbligo di un Pos, uno strumento che già contribuisce alla riduzione del carico fiscale, grazie alla possibilità di dedurre fino al 30% i costi di gestione e quelli di commissioni.
Inoltre, può essere utile utilizzare i fringe benefit aziendali, ovvero sistemi di welfare che permettono di migliorare la qualità di vita dei lavoratori e al contempo dedurre i costi anche fino al 100%dei costi, in alcuni casi. Come noti, le opportunità previste per legge sono tante, e ognuna può variare in base alla tipologia di attività professionale o imprenditoriale che svolgi.
Tuttavia, il punto di partenza è quello di mantenere sempre una contabilità precisa e attenta, evitando errori e con una consegna regolare della documentazione al consulente. In questo modo sarà possibile evidenziare l’andamento economico con i relativi incassi e i costi che possono essere man mano compensati.
Pianificare con il commercialista
Per ridurre il carico tassativo sulla tua attività professionale o aziendale, un altro fattore è quello di effettuare una pianificazione fiscale strategica dell’impresa. Cosa significa questo termine? Si prevede un’organizzazione attenta della società sin dalla sua fondazione che parte dal valutare:
- obiettivo da raggiungere;
- forma societaria più adatta;
- regime fiscale;
- codice ATECO;
- strumenti di gestione e di pianificazione.
Immagina di voler avviare un’attività d’impresa da zero. In base alla forma societaria che andrai a scegliere si determinerà anche l’aspetto tassativo. Facciamo un esempio. Se apri una partita IVA professionale o una ditta individuale e fatturi entro gli 85.000€, puoi rientrare nell’unico sistema fiscale agevolato rimasto oggi: il regime forfettario.
Come tale, puoi ottenere una riduzione delle aliquote fiscali che passano, dalla media tra il 23% e il 45%, applicato sul reddito imponibile degli scaglioni IRPEF, al valore forfettario del 5% per i primi 5 anni e successivamente del 15% del regime forfettario. Inoltre, non si applicherà l’IVA, dato che è un regime esente, oltre ad avere una semplificazione nella gestione contabile.
Invece, se apri una società di persone (S.a.s.) o una di capitale, come una S.r.l., in questo caso non puoi aderire al regime agevolato, ma dovrai scegliere tra quello ordinario o semplificato con un’aliquota tassativa che può arrivare fino al 46%.
Quindi, con un’attenta progettazione il consulente fiscale ti aiuterà a organizzare la tua attività di business nel miglior modo e come tale risparmiare anche sul carico fiscale.
Risparmiare sulle tasse: i costi deducibili e detraibili
Altro fattore che incide sull’ammontare complessivo delle tasse e l’applicazione dei costi detraibili e di quelli deducibili. Con i primi si definiscono quelle forme di agevolazioni che vanno ad agire sul reddito complessivo, andando a ridurre il reddito imponibile su cui si calcolano le tasse: quindi si riduce la pressione fiscale. Invece, le detrazioni fiscali si calcolano direttamente su un’imposta, andando a determinare una sorta di sconto sull’importo che dovrà essere versato.
Ad esempio, rientrano tra i costi deducibili quelli collegati alle spese del telefono, dei beni strumentali e delle utenze. Invece, tra le detrazioni si prevede quelle sull’IVA, i bonus sulle bollette, ed eventuali agevolazioni per l’avvio di attività innovative come le start-up. Inoltre, devi considerare due aspetti:
- alcuni costi possono essere interamente deducibili mentre per altri si applica una deducibilità ridotta;
- la deducibilità si prevede solo per il regime ordinario e semplificato, mentre non si applica a quello forfettario.
Andiamo a vedere alcuni esempi in base ai quali puoi ridurre il carico fiscale, attraverso la detrazione dei costi o la loro deduzione.
La detrazione IVA
L’IVA è l’imposta sul valore aggiunto che dovrai inserire in fattura ogni volta che emetti questo documento, salvo nel caso in cui ne sei esenti come nel regime forfettario. L’importo di IVA, tranne in particolari situazioni come il reverse charge, è a carico di chi fattura.
Quindi, il cliente ti verserà l’imposta, che in base mensile o trimestrale dovrai a tua volta pagare allo Stato italiano attraverso F24. La detrazione IVA permette di ridurre l’importo che dovrà essere versato, applicando uno sconto diretto. Ciò quasi sempre si applica su specifici beni o servizi.
Beni strumentali
Altro modo per ridurre l’ammontare tassativo, all’interno del bilancio aziendale, riguarda quello inerente ai beni strumentali, ovvero il complesso delle attrezzature che sono necessarie all’impresa per svolgere la propria attività, o quelle utilizzate dal libero professionista.
In questo caso l’importo che hai speso potrà essere dedotto ai fini di tasse al 100% in base a un piano di ammortamento. Calcolare qual è il valore detraibile che potrai applicare per ridurre il reddito imponibile, è ciò che potrai ottenere con il supporto di un consulente fiscale.
Spese parzialmente deducibili
Devi considerare che per alcuni costi, non si applica una deducibilità al 100%, ma solo parziale. Ad esempio, per i professionisti che non hanno una sede lavorativa separata da quella dell’abitazione, si può applicare una deduzione fiscale del 50% sui costi del telefono, dell’elettricità e del condominio. Invece al 75% possono essere dedotte le spese di ristorazione e di viaggio. Altro esempio è l’auto aziendale, che viene attribuita a un dipendente e dedotta fino al 70%, mentre si applicherà una detrazione IVA del 40%.
Deduzione e detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti
Un discorso diverso deve essere fatto per la tassazione riguardante i dipendenti pubblici e privati, sul cui stipendio sarà possibile applicare una serie di deduzioni e di detrazioni fiscali. Grazie ad esse, si potrà ridurre il calcolo tassativo, andando a rientrare in uno specifico scaglione IRPEF.
Oggi, tra il Decreto Milleproroghe che ha determinato l’applicazione di deduzioni sull’IRAP, a cui si aggiungono i recenti interventi riguardanti i benefit aziendali previsti dal Decreto Lavoro, c’è la possibilità di accedere a una esenzione fino all’importo di 3.000€, altro motivo per il quale l’assistenza da parte di un consulente fiscale diventa sempre più importante.
Come dipendente, lavoratore autonomo o società, affidarsi alla competenza come quella dei professionisti dello studio del Dottor Pepe vuol dire avere la possibilità di risparmiare sulle tasse accedendo a tutti i benefit e alle esenzioni previste per legge.